SISTO BADALOCCHI
e i “giovani” di Annibale Carracci
Bologna, 17 maggio - 17 giugno 2008
Alla Galleria Fondantico di Tiziana Sassoli
come accade di consueto a “primavera”, dal 17 maggio al 17 giugno 2008 si terrà un’altra
importante mostra, incentrata sulla figura di Sisto Badalocchi (Parma
1851/85- post, 1621), e di altri allievi e collaboratori di Annibale
Carracci a Roma.
Del pittore parmense si presenta un rarissimo olio su tavola di forma
ovale (cm 114x152), raffigurante “Alessandro e Taxiles”,
un’opera di fondamentale importanza per lo sviluppo dell’attività dell’artista.
Il dipinto, recente ritrovamento, è riconducibile a una prestigiosa
serie di Storie di Alessandro, ciclo pittorico di undici ovati su
tavola commissionati intorno al 1615, per volontà del cardinale
Alessandro Peretti Montaldo (nipote di Papa Sisto V e vice cancelliere
di Santa Romana Chiesa) per il proprio palazzo romano di Termini
sull’Esquilino. Si tratta di un’impresa di assoluto prestigio
alla quale presero parte alcuni fra i maggiori artisti del momento.
Morto Annibale Carracci (1609), la maggior parte delle commissioni
andò ai suoi allievi, a conferma del prestigio ormai indiscusso
acquisito dai bolognesi nel campo della pittura ‘di storia’:
insieme a S. Badalocchi, furono all’opera Giovanni Lanfranco,
che si assicurò due ovali, il Domenichino, Francesco Albani
e Antonio Carracci. Altri dipinti furono poi commissionati a Giovanni
Baglione, Antiveduto Gramatica e Antonio Tempesta. La prima menzione
del ciclo si reperisce in un manoscritto di Fioravante Martinelli,
conservato presso la Biblioteca Casanatense di Roma e risalente al
1660-1663, nel quale l’autore, pur con qualche errore attributivo,
descrive gli undici ovati. Il ciclo, che rappresentava, in linea
con il nome di battesimo del committente, alcune Storie di Alessandro
Magno, fu portato anteriormente al 1780 dagli allora proprietari,
i marchesi Negrone, a Genova: in quell’anno Carlo Giuseppe
Ratti menziona le opere (senza indicarne il numero nel “Palazzo
del fu Sig. Agostino Imperiale”, nell’abitazione di Isabella
Doria, “presso la quale dovete cercare di vedere (..) preziosi
quadri, e specialmente quelli dimostranti vari tratti della vita
del grande Alessandro, alcuni dei quali sono dello Schedone, del
Lanfranco, del Domenichino, e d’altri. Attualmente della serie,
si conservano in originale solo il dipinto di Domenichino (la Timoclea
conservata al Louvre), uno del Baglione e uno dell’Albani.
Anche dei dipinti perduti conosciamo però i soggetti e le
composizioni, riportati per esteso da F. Martinelli intorno al 1660
e poi da Giovan Pietro Bellori (1672); le cui immagini e storia verranno
riportate nel catalogo scientifico a cura del Prof. Daniele Benati.
Da qui nasce il filo conduttore e lo spirito di tutta la mostra di
cui faranno parte, oltre al suddetto dipinto, circa 15 opere di:
F. Albani, S. Badalocchi, G.B. Viola, Domenichino, G. Lanfranco,
I. Tacconi ed altri.
La mostra si inserisce nella serie delle antologiche di Fondantico,
consuetudine che si è affermata con il tempo incontrando il
favore del pubblico, mostre focalizzate su un singolo aspetto o su
un unico artista.
Incontro con la stampa sabato 17 maggio ore 11.00
Inaugurazione per il pubblico sabato 17 maggio dalle ore 16.30
alle 20.00.
Orari mostra: 10.00-12.30/16.00-19.30
chiuso domenica Fondantico di Tiziana Sassoli
Fondantico
di Tiziana Sassoli
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