GIOVANNI
ANDREA DONDUCCI DETTO IL MASTELLETTA
“… un genio bizzarro”
Bologna, 10 Maggio – 10 Giugno 2007
Alla Galleria Fondantico di Tiziana Sassoli a “primavera”,
come accadde l’anno scorso con una monografica sui “Gandolfi”,
dal 10 maggio al 10 giugno 2007 si terrà un’altra,
ma forse più ambiziosa, mostra monografica dedicata
al pittore bolognese Giovanni Andrea Donducci detto il Mastelletta
(Bologna, 1575 – 1655). La presenza di circa venticinque
opere del pittore rende particolarmente importante l’evento
perché del Donducci non sono mai state realizzate esposizioni
monografiche. La mostra sarà correlata da un catalogo
scientifico, curato dal prof. Daniele Benati, che si presenterà come
un importante contributo agli studi su questo singolare e affascinante
pittore bolognese. Andrea Donducci deve il suo soprannome al
mestiere del padre “che faceva i mastelli” (Malvasia).
Coetaneo del Reni, entrò per tempo nell’Accademia
degli Incamminati aperta dai Carracci, ma non si conoscono
sue opere che a partire dal secondo decennio del Seicento.
La sua poetica si sviluppa di fatto allato delle sperimentazioni
più inquiete di Ludovico, dal quale egli ricava anche
il particolare senso fiabesco del paesaggio. Non va esclusa
però l’eventualità di un viaggio a Roma
intorno al 1610, non documentato ma ricordato dal Malvasia,
che potrebbe averlo messo al corrente delle novità prodotte
in questo campo da Elsheimer e da Tassi. La partecipazione,
poi, insieme a Reni, Tiarini e Spada alla decorazione della
cappella del Santo in San Domenico a Bologna (1613-15) dimostra
il prestigio da lui raggiunto anche nel campo della pittura
sacra, svolta con un particolare gusto per libere trame pittoriche
e per una gamma cromatica irrealistica. Ma è la produzione “da
stanza”, che domina anche in questa mostra, con quadri,
talora, di grande dimensione, il genere in cui si misurano
le doti del pittore, in grado di proporre una voce ben distinguibile
nel coro della pittura bolognese. Secondo Malvasia, negli ultimi
anni avrebbe dato segno di pazzia, e si sarebbe ridotto a vivere
in solitudine e poi in convento. Tra le opere esposte si segnalano
una grande tela con il “Paesaggio con il buon Samaritano”,
già più volte volte pubblicata; un altro dipinto
di grande dimensione e di rara iconografia raffigurante un’“Aia
contadina” che si affianca alle sperimentazioni bolognesi
della pittura di genere e di mestieri; un elegante e fantasioso
paesaggio con “Cristo e la Samaritana al pozzo” e
sono inoltre presenti dipinti inediti come un raffinatissimo
rame con un “Cristo portacroce”. Si sottolinea
inoltre la presenza in mostra di un dipinto di importante provenienza,
come la grande tela raffigurante “Il ritorno del figliol
prodigo”, probabilmente citato dalle fonti bolognesi
come facente parte della prestigiosa quadreria presente nel
palazzo Bonfiglioli di strada Maggiore, già Fondantico
ed ora in collezione privata bolognese.
La mostra si arricchisce di due importanti prestiti, il primo
comprende due dipinti di proprietà dell’Azienda
USL di Ravenna, conservati nell’ospedale degli Infermi
di Faenza, mai esposti insieme a Bologna raffiguranti “Erode
ricerca Gesù” e “La fuga in Egitto”;
e il secondo “La raccolta della manna” una grande
tela, già appartenuta a Fondantico, ora di proprietà della
Banca Monte Parma S.p.A.
Infine si evidenzia l’importanza di un dipinto molto
luminoso e ricco di suggestioni tutte basate su toni chiari
come il “Mosè che presenta al popolo le tavole
della legge” e un preziosissimo piccolo rame raffigurante “La
sacra famiglia con San Giovannino”, espressione sublime
dello stile fantasioso e colto di uno dei più stravaganti
e geniali pittori bolognesi della scuola dei Carracci.
Incontro
con la stampa:
giovedi 10 Maggio ore 11.30
Inaugurazione per il pubblico:
giovedì 10 maggio ore 17.00
Orari mostra: 10.00-12.30/16.00-19.30
chiuso giovedì pomeriggio e domenica
Fondantico
di Tiziana Sassoli
Via Castiglione, 12 b 40124 Bologna
tel e fax 051.265980
fondantico@tiscalinet.it
www.seleart.com/fondantico